
E’ realmente utile ridurre drasticamente l’apporto di proteine e zuccheri nell’alimentazione?
Molto spesso si sente dire che l’assunzione di proteine e zuccheri acceleri l’invecchiamento e la probabilità di contrarre malattie. Proviamo a ragionarci sopra.
L’elevata assunzione di proteine provoca l’attivazione del recettore dell’ormone della crescita.
Questo, a sua volta, accresce i livelli di insulina e di IGF-1.
L’IGF-1, è noto anche col nome di somatomedina; è un ormone di natura proteica che riveste un ruolo importantissimo nei processi di crescita del bambino. L’insulina e l’IGF-1 sono però collegati rispettivamente al diabete e al cancro.
Inoltre, le proteine e alcuni amminoacidi loro derivati, tra cui la Leucina, possono attivare un altro set di geni che accelerano l’invecchiamento: i geni Tor-S6K.
Fin qui per le proteine.
Anche gli zuccheri attivano un ulteriore gene che sembra svolgere un ruolo centrale nell’invecchiamento: il PKA .
Ne deriva che una riduzione calorica, e in particolare quella riguardante l’assunzione di proteine e zuccheri, può far diminuire le attività del recettore dell’ormone della crescita, dei geni Tor-S6K e Ras-PKA, tutti acceleratori del processo di invecchiamento e delle conseguenti malattie.
Forse queste sigle possono confondere un po’ le idee ma il concetto è semplice: assumere troppi zuccheri e troppe proteine ha alte probabilità di facilitare invecchiamento e malattie.
Ma questo equivale a dire che vanno ridotti drasticamente?
In laboratorio, topi nutriti con il 30-40% in meno di calorie, vivono più a lungo e riducono della metà il tasso di malattia, anche tumorale. Non parliamo di diete particolari, ma semplicemente di un’alimentazione che fornisca il 30% in meno di grassi, proteine e carboidrati: il consumo di cibi di ogni tipo viene ridotto di circa un terzo.
Un certo numero di studi su campioni umani indica che la riduzione calorica cronica può ridurre colesterolo, glucosio ematico, trigliceridi, pressione sanguigna e marcatori infiammatori, confermando quindi i suoi aspetti positivi. Però, queste diete estreme possono causare problemi a funzionalità come la guarigione delle ferite, le risposte immunitarie o la capacità di resistere alle basse temperature.
Quindi, la restrizione calorica cronica può indubbiamente avere un importantissimo effetto su numerose malattie, tra cui il cancro, il diabete, le malattie cardiovascolari e potrebbe anche ridurre o rallentare le malattie neurodegenerative, ma probabilmente questi effetti positivi sono controbilanciati da effetti negativi, dall’insorgenza cioè di altri tipi di malattie e da variabili che non sono state prese sufficientemente in considerazione. La restrizione calorica estrema quindi può avere un effetto notevole nella riduzione di un ampio spettro di gravi malattie ma può anche portare l’organismo a uno stato di relativa fragilità e incrementare l’insorgere di alcune malattie o addirittura causarne la morte.
Per queste ragioni, come vedremo in questo post che offre la prima regola di alimentazione per la longevità e in questo che descrive la seconda regola di alimentazione per la longevità, per vivere a lungo e senza malattie è importante ridurre il consumo di carne, zuccheri e grassi ma è indispensabile usare l’equilibrio nelle diete, perchè portare all’estremo questi consigli può causare gravi problemi di salute.